La baita

Questa è la nostra "baita", la seconda casa per alcuni, forse per tutti.

Si trova nel meraviglioso parco del Borghetto nella frazione di Palazzolo Milanese.

La "baita" il giorno dell'inaugurazione
La "baita" il giorno dell'inaugurazione

I lavori di ristrutturazione

I lavori sono consistiti nel trasformare una vecchia stalla in disuso in un ambiente atto ad accogliere un gruppo di amici che hanno il desiderio di stare assieme, svolgendo vita associativa, in particolare Alpini che si ritrovano per stare assieme e programmare le varie attività da svolgere in sede ed all’esterno.

La parte esterna, in particolare le facciate ed il tetto, non andavano toccate in quanto vincolate dalla Soprintendenza ai monumenti della Lombardia che ha classificato questo edificio "bene culturale".

All’interno invece tutto è stato rifatto, cominciando con la demolizione delle parti che non sarebbero servite.

Dove vi era la stalla è stato ricavato il salone delle riunioni ed la cucina in un locale annesso. È stata realizzata una scala che porta al piano superiore dove sono stati allestiti tre locali: la segreteria, il salone per i giovani, chiudendo con una vetrata e controsoffittando il fienile, ed un piccolo museo all’arrivo della scala dove saranno raccolti i nostri cimeli.

Sul lato est dell’edificio, a piano terra, abbiamo costruito un’appendice, fonte di non poche traversie burocratiche e non, dove abbiamo potuto ricavare un ripostiglio per le attrezzature più pesanti e delicate, un servizio igienico per gli occupanti la sede, ed un altro, accessibile dall’esterno, per i soci e frequentatori del Parco.

 

Ricordiamo ora alcuni dati significativi: ci riferiamo al periodo 04-10-2001 (data inizio lavori) e 31-03-2003, termine della tenuta del diario di cantiere e del grosso dei lavori.

  • Giornate lavorative: 132
  • Ore lavorate: 3.010
  • Personale impiegato:
    • n. 1 socio con più di 600 ore lavorate
    • n. 7 soci con più di 200 ore lavorate
    • n. 2 amici con più di 300 ore lavorate
    • n. 4 soci con più di 150 ore lavorate
    • n. 3 amici con più di 100 ore lavorate
    • n. 11 soci con più di 10 ore lavorate
    • n. 1 amico con più di 10 ore lavorate

 

Alcuni amici, neppure soci aggregati, hanno svolto lavori importanti come la pavimentazione dei locali o la controsoffittatura del salone superiore.

 

Impegno finanziario

Importo dei lavori come da computo metrico estimativo: € 94.014

Così suddivisi:

  • € 53.800: mano d’opera, con il lavoro dei soci ed amici
  • € 40.214 in materiali di cui:
    • € 12.300 pagati con la cassa del gruppo
    • € 27.914 pagati con omaggi dei sostenitori

 

I protagonisti di questa impresa sono stati:

  • Alessandro Presutti, “il Capogruppo”. Sempre il primo nei lavori, a trascinare con l’esempio e la tenacia. E poi ad organizzare, a procurare i materiali a tenere i contatti con chi ci stava aiutando.
  • Aldo Barberi, “il vice”. Oltre a preparare il progetto, le domande, quanto l’ufficio tecnico chiedeva, ed a tenere i rapporti con il comune,si è cimentato anche in lavori manuali.
  • Antonio Cossalter, “l’idraulico”. Ha realizzato l’impianto idrico e del riscaldamento donando anche tutto il necessario. Lavorava in silenzio ed era sempre presente dove il lavoro era pesante o difficile.
  • Igino Cannella, “il capomastro”. Dove venivano richiesti lavori in muratura li svolgeva con grande maestria. Ricordiamo in particolare la preparazione e posa dei graniti.
  • Tullio Dal Maso, “il custode dell’automezzo”. Quando occorreva una mano forte per i lavori più duri era sempre in prima fila e così a guidare l’automezzo.
  • Pietro Ramon, “l’esperto saldatore”. Umile ed obbediente in tutti i lavori, quando era necessario saldare le opere in ferro era un vero professionista.
  • Vincenzo Marsicano, “il muratore”. Sempre entusiasta e generoso nel suo lavoro, non ricordandosi più dell’età e del cuore non più in perfetta efficienza.
  • Serafino Cannella, “l’addetto alle pulizie”. Fino a quando la salute glielo ha permesso è sempre stato presente a dare una mano ed a tenere ordinato il cantiere.
  • Tino Parravicini, “il logistico”. Pur non potendo svolgere i lavori pesanti per via della sua schiena, è sempre stato d’aiuto in tanti lavori di dettaglio, anch’essi preziosi.
  • Mauro Di Pilato, “l’amico”. È sempre stato presente ed un esempio per la sua disponibilità, verso quegli alpini che sono stati latitanti.
  • Dianello Marchi, “l’alfiere”. Anche lui sempre disponibile e pronto a tenere tutti allegri con le sue battute.
  • Gino Filippozzi, “il veronese” . Quando non era impegnato con gli animali, era presente e diligente nei lavori affidategli.
  • Luca Pizzetti, ”l’elettricista”. Il più giovane del gruppo ha realizzato con maestria l’impianto elettrico spesso di sabato pomeriggio o di domenica mattina.
  • Franco Lideo, “il Falegname”. Ha realizzato con entusiasmo e grande maestria tutte le parti in legno, dai serramenti alla copertura della trave nel salone , alla pensilina sopra l’ingresso.
  • Alberto Barbieri, “il fabbro”. Ha realizzato nella sua officina la struttura della scala, i portoncini in ferro, il parapetto e così via. Ricordiamo con affetto suo padre che a 80 anni passati si arrampicò sui cavalletti a dare punti di saldatura quando veniva fissata la struttura della scala.

 

Ricordiamo poi i nomi di chi ha partecipato poco, o perché l’età non glielo permetteva o perché impegnato nel lavoro:

  • Antonio Brentel, con le sue bottiglie di vino
  • Antonio Rudelin, con le sue battute argute
  • Roberto Cacchi, con i suoi dolcini
  • Vito Ungherese
  • Carlo Barberi
  • Giorgio Conte
  • Donato Delutis

 

Ricordiamo anche gli amici che pur non facendo parte del Gruppo Alpini hanno dato un apporto sostanziale:

  • Maurizio Da Ros. Con grande generosità ci ha fornito gratuitamente cemento, sabbia, mattoni, piastrelle dando così un apporto importante alla riuscita dell’impresa.
  • Antonio Voiro. Ha posato con grande meticolosità le piastrelle dei bagni e della cucina e tutti i pavimenti.
  • Carmine Tranquillo. Ha realizzato la controsoffittatura del salone superiore in quello che era il fienile.
  • Maffini. Ha dato una mano importante a Luca nella realizzazione dell’impianto elettrico.
  • Giovanni Bonzini. Da architetto, senza chiedere nulla, fidandosi dell’amico Aldo ha messo la sua firma al progetto.
  • Giuseppe Asti. Anche in questa occasione ha dimostrato d’avere un cuore grande rispondendo positivamente alle necessità del Gruppo.